"Un Elefante...
...si dondolava sopra un filo di
ragnatela
Vista la cosa molto interessante andò
a chiamare un altro elefante
Due elefanti si dondolavano sopra un filo di
ragnatela
Vista la cosa molto interessante
andarono a chiamare un altro elefante
Tre elefanti…”
Ricordi questa "canzoncina"?
Quante volte l’avrai
cantata da bambino o da adulto per figli o nipoti! A me è capitato di
ascoltarla al termine di una giornata a dir poco impegnativa in un autobus
affollato in attesa della partenza. L’atmosfera era pesante quando venivo
attratta da una vocina intonatissima dietro di me che cantava proprio questa
canzoncina. La frase musicale si ripeteva continua e rassicurante sempre uguale
con l’unica differenza del numero degli elefanti progressivamente crescente sul
filo teso di quella resistentissima “ranatela”.
Voltandomi ho visto una bimba “piccolissima” raggomitolata sul sedile che
sembrava immenso, vicino ad un
accompagnatore, forse un fratello maggiore, occupato con il suo telefonino. Uno
sguardo intenso con quegli occhi a mandorla neri neri non ha modificato quel
ritmo regolare e così piacevole. Mi
cullava come il dondolio di una culla di legno, chissà se ancora le mamme
possono permettersele, o quello delle nonne sulle sedie di una volta per far
addormentare nipotini vivaci. Quel ritmo regolare ha progressivamente
restituito regolarità al mio respiro in affanno dopo una giornata convulsa.
Un episodio
come questo potrebbe suscitare tante riflessioni: sull’integrazione, sulla qualità di quella
canzoncina che insegna i numeri parlando della condivisione di un piacere (vista
la cosa interessante, si va a chiamare un altro elefante) e sulla diversa
“scelta” di una bimba nell’occupare un tempo altrimenti noioso rispetto ad un
adulto a lei vicino che risolveva ogni problema con il suo telefonino.
Utilizzo
il prezioso contributo della piccola “amica” per parlare di ritmo
Il ritmo nella vita
“Inspirazione/espirazione,
sistole/diastole ( i battiti del cuore), sonno/veglia, giorno/notte, tic/tac.
Ecco alcuni esempi della presenza nelle nostre vite del RITMO. La lista
potrebbe continuare ma lo scopo di queste considerazioni non è quello di fare
un inventario dei ritmi di vita, bensì quello di riflettere sulla presenza di
questa alternanza “disuguale metodica”. Per Ludwig Klages, autore di
riferimento per i grafologi di tutto il mondo (Handschrift und Charakter,1956, tradotto in italiano La scrittura e il carattere, 1982, Mursia),
“la vita è essenzialmente ritmo” che
troviamo ovunque nella natura. “L’alternarsi ritmico del giorno e della notte, dell’alta
e della bassa marea, dell’estate e
dell’inverno…La polarità della nascita e della morte, del sorgere e del
tramontare, della veglia e del sonno… Uccelli, cavalli e uomini, ma anche ogni
foglia di un qualsiasi albero, hanno una metà sinistra e una metà destra che
stanno fra loro in un rapporto approssimativamente simile al rapporto
intercorrente fra l’immagine reale e l’immagine riflessa”.
E la “disuguaglianza metodica” è spiegata da
Klages così: “ il ritmo riproduce, in tempi costantemente soltanto simili,
sempre delle forme solamente somiglianti: nessuna onda ha mai esattamente la
stessa forma e la stessa durata della precedente: nessun respiro, nessun
battito del polso, ha la medesima durata del successivo; la parte sinistra di
nessuna foglia, di nessun animale, di nessun essere umano rispecchia mai
esattamente il lato destro.” E dunque, la proprietà fondamentale del ritmo
vitale lo rende percettibile e rappresenta un elemento costitutivo
dell’impressione immediata.
Il ritmo
nella musica
Klages aggiunge:
“ Più un musicista cerca di acuire il proprio senso del tempo con l’aiuto di un
metronomo; solo deve cercare di disimparare in breve tempo quanto ha così
appreso, perché non si dica di lui che suona in modo “meccanico”, senz’anima,
che il suo tocco è spento”….e quindi aggiunge: “la vita
si esprime attraverso il ritmo,
lo spirito attraverso la cadenza”
. Il ritmo vitale è dunque “spontaneità”
mentre la cadenza è “disciplina”.
Anche nella scrittura
…in quanto esito
di comportamento, il ritmo è percettibile. Così, a volte capita di vedere delle
interruzioni di regolarità. Sembra che il filo grafico che percorre il foglio
si spezzi, si interrompa, acceleri o perda energia: come capita con il nostro respiro o con i battiti
del nostro cuore quando proviamo
una forte emozione.
Qual è il ritmo della tua scrittura?
Se dovessi
paragonare le sue righe alle onde del mare cosa vedresti? Un mare calmo o
agitato? Regolare o irregolare?
Se vuoi
intraprendere un dialogo con la tua scrittura per conoscerti meglio, puoi partecipare
a... Il Talento nel Tratto
Grazie