In un silenzio carico di tensione...
l’insegnante faceva
scorrere il dito sulla lista di nomi nel registro di classe. “Venga,
venga, venga…” e arrivava il nome pronunciato con tono solenne. “Ti faccio una domanda
facile facile…”. Alla lavagna, il poveretto era in attesa che qualche lume gli
consentisse di superare dignitosamente l’interrogazione. E niente. Allora dalla
cattedra arrivava un aiutino per favorire la memoria, ma otteneva solo qualche
tentativo maldestro di completare le parole accennate. “Ce l’ho proprio sulla punta della lingua prof”,
si difendeva il malcapitato.
" E allora dillo con
parole tue…"
lo incoraggiava il comprensivo professore.
Sarà stato il pomeriggio trascorso in cortile senza tener
conto della possibilità di essere interrogato, o un metodo di studio non
adeguato. Ma poteva anche essere che seppur era avvenuta la comprensione dei
concetti, non si era in grado di riprodurla in una esposizione chiara, per
non aver dedicato altrettanta cura all’uso del linguaggio: di quel linguaggio
specifico. E allora potersi avvalere di un registro linguistico essenziale
come quello solitamente parlato con i propri pari - le “parole tue”, appunto -
avrebbe probabilmente reso più agevole la comunicazione.
Intendiamoci, ritengo che soprattutto in età evolutiva sia
fondamentale la cura nell’acquisizione di competenze linguistiche versatili, così
da potersi relazionare in modo adeguato a seconda dei contesti. Nel manuale di Graffi
G. e Scalise S. (2002), “Le lingue e il linguaggio” si distingue fra: l’italiano scritto,
parlato formale, parlato informale, regionale; dialetto di koinè (inteso come il dialetto regionale parlato dai lombardi rispetto ai pugliesi, ad esempio), del capoluogo
di provincia e locale. Tante modalità che con le evoluzioni culturali e sociali di questi anni si sono di certo ulteriormente arricchite. Ma poi, soprattutto nei linguaggi parlati, è raro trovare delle forme
pure proprio perché ognuno negli ambienti che frequenta è esposto a situazioni che gli regalano esperienze personali e per certi versi uniche.
Il tema è affascinante e potrebbe dare avvio a interessanti discussioni. Il piacere di leggere una pagina ben scritta può essere simile all'incontro con un'opera d'arte. Trovo però che fra tutte le possibilità classificate dagli studiosi, i dialetti costituiscano un grande capitale nella disponibilità comunicativa
di tante persone. Inoltre, sono convinta che alcuni termini o
locuzioni dialettali rendano ancor meglio il senso di ciò che si vuole
trasmettere, rispetto a quello che può fare un registro linguistico più evoluto. Potete verificarlo leggendo quello che hanno condiviso i partecipanti alle community in Regalaci un Proverbio (molti contributi sono in dialetto). Credo allora sia utile conservare anche le disponibilità dialettali come ricchezze ereditate e certezze identitarie importanti nel bagaglio culturale di ognuno.
Un immenso capitale di conoscenze ed esperienze
E la possibilità di utilizzare il proprio modo senza timore di essere giudicati è ancora più preziosa nel mondo degli adulti. Soprattutto se questi non hanno avuto una formazione scolastica soddisfacente, non è detto che non abbiano maturato competenze raffinate in molti ambiti del sapere conseguite sul campo durante l'attività lavorativa o seguendo le proprie passioni. Degli immensi capitali di conoscenze situate, bloccate dietro il timore di giudizi lapidari per esposizioni in un italiano parlato informale o povero, potrebbero rendersi disponibili e produrre nuova conoscenza proprio grazie all'interazione.
Viva i social network
Uno dei vantaggi dei social network e della rete in generale è l’aver reso più colloquiale lo
scambio di informazioni, legittimando proprio questi linguaggi meno evoluti e
liberando risorse informative pregiate
Ma anche gli “errori” grammaticali e le frasi sconnesse suscitano
meno sorpresa in quanto la funzione di completamento automatico della quale è provvista la gran parte dei
dispositivi mobili ne produce in grande quantità. Insomma, ci siamo abituati all’imperfezione
in virtù di una comunicazione più immediata. E allora si ottengono risposte
risolutive per tanti problemi proprio perché si può accedere a quel capitale di
esperienze custodito da tanta umanità.
Il proprio modo di parlare è una
manifestazione del proprio modo di essere...
e forse è arrivato il momento di
rompere eventuali indugi e sbloccare il capitale presente in ognuno perché è
proprio al suo interno che è possibile cercare e liberare i personali talenti.
Nel libro Il Talento nel Tratto , sono proprio "le parole tue" a condurre verso la scoperta di informazioni preziose che ti riguardano.
Concludo con locuzioni dialettali romanesche
"Famo a capisse" e allora... "Parla come magni"
Conosci altri modi per indicare gli stessi concetti? Puoi condividerli qui oppure nella pagina Facebook Talento nel Tratto
#talentoneltratto
Grazie
Nessun commento:
Posta un commento