Che strana domanda!
Dite la verità, questa domanda vi ha spiazzato! La prima
volta che ve l’hanno posta durante un colloquio di lavoro è stata una
“sorpresa”. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio. Vi eravate
preparati su vision, mission e valori dell’azienda. Avevate curato ogni
dettaglio nell’abbigliamento e studiato gli aspetti del linguaggio non verbale
- le espressioni del viso, la gestualità e la postura - perché si sa che i
selezionatori sono dei volponi e magari sono capaci di scartare perché le
braccia sono conserte. E poi vi siete preparati a rispondere alle domande più
“bastarde” sul vostro curriculum. Hai visto mai che è un colloquio per un
profilo ad alta resistenza allo stress! E invece no. Forse non vi hanno chiesto
una vostra visione fra 10 anni ma solo su 5 (dipende dall’età del candidato;-)
però da quel momento in poi avete iniziato a pensarci.
Dove vuoi andare?
Ma perché è così importante saperlo adesso? Cosa può
importare a un’azienda?
Fissare una meta lontana, arrivare sulla cima di una
montagna ad esempio, vuol dire preparare tutto ciò che serve per poterla
raggiungere. Vuol dire valutare se le nostre gambe potranno sostenere un
tragitto di quel tipo, se abbiamo le competenze per superare le asperità del
terreno che dovremo percorrere e allora dovremo fare un bilancio di ciò che
abbiamo e ciò che occorre per conseguire il risultato.
Quando lo vuoi
realizzare?
Darsi un tempo vuol dire dare a quell’obiettivo un posto
importante nel flusso delle attività che costituiscono le nostre giornata. Vuol
dire avere un cronometro nella mente che inesorabilmente ci costringe a
valutare l’occupazione del tempo in maniera efficiente ed efficace per
conseguire la meta. Una ginnastica che allena e alza il livello di
consapevolezza per renderci adeguati a mete sempre più sfidanti.
Davvero lo vuoi?
E allora scopriamo che non sarà proprio una passeggiata.
Dovremo impegnarci a fondo e forse dovremo anche fare delle rinunce a piccoli
piacerei quotidiani in virtù di un possibile, forse molto probabile ma non
certo, risultato futuro. Qui entriamo nel mondo delle “motivazioni”: se mancano
quelle manca l’energia per far funzionare la macchina. E allora è
indispensabile chiedersi quanto è importante quella meta e come ci sentiremo
quando l’avremo raggiunta. Ci farà sfuggire a un dolore - forse quel senso di
insoddisfazione perenne che abita tutte le nostre giornate - oppure ci darà un
piacere straordinario sempre nuovo perché ci consentirà di occupare gran parte
della nostra vita in attività che ci gratificano?
Appare evidente che per poter rispondere alla domanda
iniziale, e quindi immaginare scenari futuri, è necessario conoscere a fondo noi
stessi: le nostre qualità e le difficoltà che abbiamo incontrato nel corso
della nostra vita.
Nel libro Il Talento nel tratto è esposto un nuovo metodo di ricerca che propone un percorso guidato fra comportamenti di scrittura e di vita, per conseguire questi risultati. Ma è possibile anche intraprendere la ricerca personale insieme a noi a Milano, il 26 novembre 2016
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Piccola esercitazione
Ti va di provare? Cerca un momento di calma e un luogo silenzioso e privo di
stimoli disturbanti. Prendi 3 fogli di carta e lo strumento che utilizzi
abitualmente per scrivere. In cima a ogni foglio scrivi una delle tre aree di
ricerca: lavoro, interessi e cuore. Compilane uno per volta elencando tutto ciò
che desideri ottenere nei prossimi 5 anni. Rifletti con calma e poi individua per
ogni area l’obiettivo più importante e possibile e scrivilo in una griglia
simile a quella che vedi di seguito.
Dove ti vedi fra 5 anni?
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Obiettivo
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Perché
lo vuoi
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Cosa
ti occorre
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Lavoro
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Interessi
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Cuore
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Al termine di questa piccola esercitazione ti accorgerai di aver aggiunto qualcosa alla conoscenza di te. Tutto sta a iniziare!
Grazie
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