lunedì 15 febbraio 2016

"Dove si vede fra 10 anni?"



Che strana domanda!

Dite la verità, questa domanda vi ha spiazzato! La prima volta che ve l’hanno posta durante un colloquio di lavoro è stata una “sorpresa”. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio. Vi eravate preparati su vision, mission e valori dell’azienda. Avevate curato ogni dettaglio nell’abbigliamento e studiato gli aspetti del linguaggio non verbale - le espressioni del viso, la gestualità e la postura - perché si sa che i selezionatori sono dei volponi e magari sono capaci di scartare perché le braccia sono conserte. E poi vi siete preparati a rispondere alle domande più “bastarde” sul vostro curriculum. Hai visto mai che è un colloquio per un profilo ad alta resistenza allo stress! E invece no. Forse non vi hanno chiesto una vostra visione fra 10 anni ma solo su 5 (dipende dall’età del candidato;-) però da quel momento in poi avete iniziato a pensarci.

Dove vuoi andare?

Ma perché è così importante saperlo adesso? Cosa può importare a un’azienda?

Fissare una meta lontana, arrivare sulla cima di una montagna ad esempio, vuol dire preparare tutto ciò che serve per poterla raggiungere. Vuol dire valutare se le nostre gambe potranno sostenere un tragitto di quel tipo, se abbiamo le competenze per superare le asperità del terreno che dovremo percorrere e allora dovremo fare un bilancio di ciò che abbiamo e ciò che occorre per conseguire il risultato.

Quando lo vuoi realizzare?

Darsi un tempo vuol dire dare a quell’obiettivo un posto importante nel flusso delle attività che costituiscono le nostre giornata. Vuol dire avere un cronometro nella mente che inesorabilmente ci costringe a valutare l’occupazione del tempo in maniera efficiente ed efficace per conseguire la meta. Una ginnastica che allena e alza il livello di consapevolezza per renderci adeguati a mete sempre più sfidanti.

Davvero lo vuoi?

E allora scopriamo che non sarà proprio una passeggiata. Dovremo impegnarci a fondo e forse dovremo anche fare delle rinunce a piccoli piacerei quotidiani in virtù di un possibile, forse molto probabile ma non certo, risultato futuro. Qui entriamo nel mondo delle “motivazioni”: se mancano quelle manca l’energia per far funzionare la macchina. E allora è indispensabile chiedersi quanto è importante quella meta e come ci sentiremo quando l’avremo raggiunta. Ci farà sfuggire a un dolore - forse quel senso di insoddisfazione perenne che abita tutte le nostre giornate - oppure ci darà un piacere straordinario sempre nuovo perché ci consentirà di occupare gran parte della nostra vita in attività che ci gratificano?

Appare evidente che per poter rispondere alla domanda iniziale, e quindi immaginare scenari futuri, è necessario conoscere a fondo noi stessi: le nostre qualità e le difficoltà che abbiamo incontrato nel corso della nostra vita. 
Nel libro Il Talento nel tratto è esposto un nuovo metodo di ricerca che propone un percorso guidato fra comportamenti di scrittura e di vita, per conseguire questi risultati. Ma è possibile anche intraprendere la ricerca personale insieme a noi a Milano, il 26 novembre 2016

Piccola esercitazione

Ti va di provare? Cerca un momento di calma e un luogo silenzioso e privo di stimoli disturbanti. Prendi 3 fogli di carta e lo strumento che utilizzi abitualmente per scrivere. In cima a ogni foglio scrivi una delle tre aree di ricerca: lavoro, interessi e cuore. Compilane uno per volta elencando tutto ciò che desideri ottenere nei prossimi 5 anni. Rifletti con calma e poi individua per ogni area l’obiettivo più importante e possibile e scrivilo in una griglia simile a quella che vedi di seguito.

Dove ti vedi fra 5 anni?
 
Obiettivo
Perché lo vuoi
Cosa ti occorre
Lavoro
 
 
 
 
Interessi
 
 
 
 
Cuore
 
 
 
 

Al termine di questa piccola esercitazione ti accorgerai di aver aggiunto qualcosa alla conoscenza di te. Tutto sta a iniziare!

 
Grazie

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