Quanti
di noi non ricordano quel silenzio carico di tensione nell’attesa di conoscere
le domande di verifica! E poi la riconsegna degli esiti? Quei segni rossi o blu
a indicare la “gravità” dell’errore. Una cifra a volte affiancata dal segno
“più o meno”, tanto per aggiungere delle informazioni “più o meno” benevole: il
responso.
Ma
quella paura del
giudizio è rimasta sempre con noi. Anche adesso che siamo
stimati professionisti dobbiamo misurarci con il timore di sbagliare. Eppure dagli sbagli si impara molto. È
proprio dopo esserci scottati con il fuoco che sappiamo di doverci proteggere.
L’evoluzione è andata avanti procedendo per
prove ed errori
Soprattutto
se non ci sono riferimenti precedenti ai quali ricorrere e forse perché i
consigli non richiesti non vengono spesso ascoltati, ci dobbiamo provare.
Certo, dopo esserci in qualche modo preparati immaginando i possibili esiti, ma
il risultato lo conosceremo solo dopo aver sperimentato.
Perché come sperimentiamo noi non lo fa proprio
nessun altro
E
lasciamo andare la preoccupazione del sentirsi redarguire con un “te lo avevo detto!”: ci sarà
sempre qualcuno pronto a sottolineare con la matita rossa il nostro errore, ma
noi intanto avremo imparato molto e soprattutto avremo fatto un passo avanti nella nostra
crescita personale.
Accogliere gli sbagli con un sorriso
E' tutta questione di interpretazione. Per un esperto di umorismo come Matteo Andreone, nel suo Lezioni di comicità del 2013, se gli errori, fondamentali per i bambini in apprendimento, sono stati accolti con negatività dall'ambiente circostante, la modalità incapacità e inadeguatezza continuerà ad essere la sola risposta emotiva agli errori; se, invece, sono stati accolti con un sorriso, saranno individui più propensi all'esperienza. Gli errori sono una risorsa preziosa anche per sviluppare il pensiero umoristico. Al punto da consigliare di agire senza pernsarci troppo per creare quelle situazioni paradossali che stimolano la creatività. Meglio non esagerare se la nostra professione non è quella del comico!
E allora
domandiamoci…
Quante opportunità abbiamo
perso per il timore di sbagliare?
Piccola esercitazione
1° parte
Prendi dei
fogli bianchi (ma vanno bene anche a righe o quadretti) e lo strumento che
utilizzi di solito per scrivere. Cerca un momento e un luogo tranquilli e vai
con il pensiero a quella volta in cui hai avuto la consapevolezza di aver
commesso un errore. Probabilmente ti torneranno alla mente anche le emozioni
negative di quell'evento. Allora prova a scrivere almeno un insegnamento (ma 3
sarebbero l'ideale) che ti ha lasciato quell'errore.
2° parte
E
adesso vai a quella volta in cui il timore di sbagliare ti ha impedito di provare
e di ottenere dei sicuri vantaggi e annota con cura anche questo sullo stesso
foglio.
* Le
esercitazioni traggono spunto dal metodo TALENTOnelTratto®
Grazie