mercoledì 2 marzo 2016

Il tesoro nelle Cose "estinte"


Foto scattata nel museo "Beato Don Carlo Gnocchi" a Milano



Un mercatino dell’antiquariato...


o del modernariato? Oggetti tanto usati e consumati in alcuni punti. Ecco un vecchio macinacaffè, una macchina da scrivere, un corsetto di stecche di balena, un mappamondo con un mondo che è tanto diverso da quello che conosciamo adesso.

Eppure, nella maggior parte dei casi non è che non abbiamo più quei bisogni! Ancora ci piace sorseggiare un buon caffè e sono aumentati gli scrittori di libri. Però sono proprio cambiate le modalità per ottenere quei risultati. È certamente aumentata la velocità di vita e dunque tutto si deve ottenere in economia di tempo e risorse. Così nascono nuovi strumenti e modi per realizzare. E così le cose tanto usate vengono abbandonate per ricomparire in una vecchia cantina o nei mercatini, a ricordarci come eravamo. Nel caso della vecchia macchina da scrivere riportata nell'immagine di questo post, chi la utilizzava poteva osservare i martelletti che picchiavano sulla carta del rullo centrale e sentire lo schiocco che producevano. E quando un dito non centrava il tasto? Che dolore! 


L'evoluzione delle specie 
Il tempo corre veloce, anche quel vecchio orologio ce lo ricorda, e abbandona ciò che non riesce a tenere il passo. Questo non accade solo per le cose. Sappiamo bene che anche delle specie animali si sono estinte e altre sono in via di estinzione.

Le lingue estinte
Le lingue condividono lo stesso destino. Quelle che non vengono più parlate e scritte, sono condannate all’oblio. Capita che due popoli si incontrino e che le loro lingue a poco a poco si integrino e si trasformino diventando altro. Ma capita anche che piccole comunità entrino in gruppi sociali più grandi e piano piano, per potersi integrare, abbandonino sempre più i propri dialetti. E allora anche una lingua muore portando con sé un capitale di informazioni preziose (ho trovato interessante il saggio di D. Nettle e S. Romaine, 2001,Voci del silenzio, Carocci).

Le fabbriche abbandonate
Ho imparato poi che seguendo le evoluzioni dei bisogni, anche le imprese muoiono se non riescono ad adeguare velocemente prodotti, servizi e le modalità per realizzarli. Capita a tutti di incontrare nelle periferie delle città, ruderi di fabbriche abbandonate come "vecchie carcasse" di animali preistorici. Il pensiero va allora a tutte le persone che ci hanno lavorato, forse in condizioni di lavoro non sempre ottimali, ma hanno trascorso ampi pezzi di vita lì condividendo energia ed emozioni (per approfondire: M. Hannan J. Freeman, 1993, Ecologia organizzativa, Etaslibri).

Oggetti come tracce di vita

I vecchi oggetti ormai "estinti" appartenuti ad altri momenti della nostra vita possono ancora regalarci qualcosa di prezioso (ne ho parlato anche qui e qui). E allora, per non lasciare all'oblio un capitale che ci appartiene propongo una...

Piccola esercitazione

Prova a cercare in casa o nei tuoi ricordi tre vecchi oggetti che non usi più. Scegline uno - ma se ti diverte puoi utilizzarli tutti - prendi un foglio e lo strumento che utilizzi di solito per scrivere e annota tutto quanto quell’oggetto ti ricorda. Vedrai che torneranno alla mente delle persone e delle circostanze di vita appartenute al tuo passato che ti racconteranno molto anche di te.

 
Poi, se vorrai raccontare qui per noi il tuo oggetto del passato, probabilmente fornirà interessanti spunti per ricordare altro anche a tutti i lettori di questo blog
Grazie

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