Il primo freddo e il
tepore del primo maglione di lana
Il cielo minaccia pioggia e mi sembra di sentire il
profumo delle castagne arrosto. Tutti i
riferimenti di vita per periodi simili a questo tornano alla mente e
anche una piccola cosa, e soprattutto presente spesso sotto i nostri sguardi,
come delle foglie sull’asfalto, può essere interpretata alla luce di questi
ricordi. Adesso qualcosa è cambiato, i bambini tornano da scuola con gli zaini
a volte muniti di rotelle e non più con le cartelle. E le caldarroste si
cucinano sul fornello nella pentola bucata e non più nel camino. Ma poco
importa.
Se vivessi in un paese con clima molto caldo o molto
freddo per tutto l’anno e se appartenessi a una cultura diversa, queste
sensazioni non le proverei. Ma certamente avrei altri riferimenti ugualmente
forti a guidare percezioni e suscitare emozioni.
Un
conto è la realtà e altra cosa è la nostra interpretazione della realtà
“La mappa non è il territorio”, recita un
assunto di base della Programmazione neurolinguistica (Grinder e Bandler). E
ognuno incontra la realtà a modo suo e la descrive in modo
personale perché le esperienze di vita riferite a quel particolare
stimolo intercettato dai sensi sono uniche. Belle o brutte si presentano
alla mente e ci cambiano gli stati d'animo aprendoci a nuove esperienze oppure
ponendo delle barriere.
Spesso non è
la realtà a porre delle barriere ma le emozioni che la nostra interpretazione
suscita
E dunque poco importa che nell’immagine di questo post
ci sia una foglia e qualche frammento di autunno caduto da un albero. Io ci
vedo un cielo stellato. Proprio come quella carta azzurra che si metteva
come sfondo nei presepi domestici.
E torno bambina con tutta la ricchezza dei ricordi di
allora.
Regalaci qui un tuo ricordo di autunno…
Grazie