lunedì 21 novembre 2016

Il Talento nelle "scelte"


 
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura,
Ché la diritta via era smarrita.”

C’era un libro importante, per dimensioni e peso, nella libreria di famiglia. La copertina era foderata da una stoffa di un marrone cupo. Era un volume della Divina Commedia illustrata da Gustavo Dorè. La storia veniva introdotta da un’immagine di Dante Alighieri e l’autore era ritratto di profilo, serio, con lo sguardo verso l’alto e gli angoli della bocca in giù. Adesso direi con una espressione “grave”. L’incipit letto da mio padre con tono solenne preparava al peggio.

E ci voleva del coraggio per aprire quel libro che allora potevo comprendere solo guardando le illustrazioni. Ogni pagina una scoperta e una forte emozione. Creature mostruose e persone trascinate dal vento o divorate dal fuoco, e comunque in situazioni a dir poco terribili. Possibile che da una tranquilla passeggiata in un bosco, come facevamo anche noi a volte di domenica, si potesse arrivare a tanto!

Di fronte a un bivio

Eppure a quella foresta che bisogna attraversare perché la via nota è smarrita, e che richiede decisioni anche coraggiose, ci sono tornata con il pensiero ancora tante volte nel corso della vita. Succede eccome! Quante volte si è costretti a scegliere una strada sconosciuta da intraprendere perché non si può tornare indietro? Ma ci sono anche momenti nei quali si desidera cercare qualcosa di nuovo perché quello che si ha non soddisfa, oppure annoia. E allora si deve lasciare il certo per l’incerto e affrontare nuove alternative e percorrere nuove strade.

Attrattivo o repulsivo?

Non si sa esattamente dove quelle strade porteranno. Forse una condurrà nella selva oscura citata da Dante. E di fronte ad una scelta ognuno di noi risponde secondo ciò che più è. Ci sono persone intraprendenti che tendono a sfidarsi cercando condizioni nuove per provare le proprie capacità: è questo il caso degli appassionati di viaggi avventurosi; altre affrontano con curiosità inconsapevole le novità. Ma ci sono anche persone che vogliono avere tutto sotto controllo e nelle proprie possibilità prima di partire. Piuttosto non partono. E se sono proprio costrette procederanno con cautela, sensibili ad ogni segnale e pronte alla fuga.

“Il processo decisionale è un po’ scienza e un po’ arte”

...anche nelle grandi aziende, dove intraprendere la strada giusta può fare la differenza. E quando non si dispone di tutte le informazioni necessarie, oppure (vale a maggior ragione nel caso di una decisione individuale e privata) non si è convinti da quello che si conosce, ci si basa sull’intuizione o sulle sensazioni “a pelle”: personali intuizioni che vengono ispirate dalla conoscenza tacita costruita con l’esperienza personale (tratto da R. Kreitner, A. Kinici, 2004, Comportamento organizzativo, Apogeo, pag.349).

Scegliere ci rivela molto di noi

Quando ci accingiamo ad affrontare qualcosa di nuovo, però, ci mettiamo alla prova, impariamo molto su di noi, gli altri e il mondo. E alla fine ne usciamo comunque rafforzati ed arricchiti.

Temi di fare la scelta sbagliata?

Oppure entrambe le alternative non ti piacciono? Certo che potrebbe accadere! Ma se non ci provi non lo sai. E poi, quali sarebbero i danni se non riuscissi? C'è sempre una nuova possibilità. Alla fine avrai elementi sui quali ragionare per migliorare la tua strategia di scelta. E forse anche per fare in modo che la prossima volta le alternative siano più "interessanti".

Allora ti propongo una “piccola esercitazione”

Come scegliere in 5 passi

Immagina una decisione da prendere scegliendo fra due possibilità.

1 - Pianta un albero

Prendi un foglio e vicino al margine inferiore traccia una riga orizzontale: sarà il segno della terra. Poi traccia al centro una riga verticale: sarà il tronco che poggia sulla terra e che ne trae nutrimento. E poi, la parte superiore del tronco biforcala in due rami: uno a sinistra e uno a destra. Ogni ramo corrisponderà a una opzione di scelta e sopra ci puoi scrivere a cosa si riferisce.

2 - Cosa ne sai?

Adesso domandati cosa sai di ciascuna opzione e sotto al ramo corrispondente, come frutti carnosi o palline natalizie (dato il periodo), inserisci una parola chiave che sintetizzi l’informazione e i suoi possibili sviluppi, se scegli quella possibilità. Fatto? Ah già, in questa fase potresti renderti conto di conoscere poco dell'argomento e allora cerca, come farebbe un cercatore d'oro nei fiumi, le tue pepite/informazioni più preziose. Dove? Se proprio non vuoi muoverti, c'è la rete che può facilitarti il compito. Ma datti un tempo ben definito perché potresti incagliarti qui, fra le sue maglie.

3 - Le 3 scelte

Rileggi tutto, fai tre respiri e decidi, “a pelle”, cosa sceglieresti fra le due opzioni. Gira il foglio, in alto metti la data, l’ora e la tua scelta. Piega il foglio e conservalo in un cassetto (il cassetto è protagonista nel metodo di sviluppo personale TALENTOnelTratto®). Il giorno dopo, meglio se in un orario diverso, apri il cassetto, rileggi quello che hai scritto fra le informazioni note appese all’albero – forse nel frattempo ne hai scovate altre e potresti aggiungerle –, fai tre respiri profondi e decidi, “a pelle”, cosa sceglieresti fra le opzioni. Anche questa volta girerai il foglio e aggiungerai la data, l’ora e la tua scelta. Dovrai ancora farlo una terza volta, il giorno successivo.

4 - Adesso puoi decidere

Alla fine potrai prendere la decisione definitiva in base all’opzione che su tre ha avuto la maggioranza. Facile, no?

5 - Guarda avanti

Una volta risolto il dilemma puoi guardare avanti e partecipare attivamente alla riuscita della tua scelta.


Metticela tutta però! E non dimenticare di raccontarci la tua esperienza



Grazie
 

 

domenica 6 novembre 2016

Il Cassetto "metti-tutto"






Era il primo in basso nella credenza della cucina
La mamma lo aveva voluto proprio lì, ad accogliere tutto quello che ai tempi nei quali non si buttava niente avrebbe potuto essere ancora utile. Tappi, nastri, bottoni, qualche chiodo e delle pinze. C’erano anche un uncinetto e degli elastici, carte che avevano custodito regali o uova di pasqua e mozziconi di pastelli recuperati chissà dove.  Quel cassetto era proprio a tiro di bambino. Ci arrivavamo tutti e le cose che conteneva erano nella disponibilità di tutti. Per me era come partire alla scoperta di un territorio ricco di sorprese. Ed era bello potersi costruire dei giochi partendo da frammenti che avevano avuto altre importanti funzioni.
Forse è proprio da lì che mi sono abituata a costruire partendo da quello che c’è. E ho continuato a farlo anche dopo. In fondo non era quello che facevano i bambini all'inizio del secolo scorso nelle famiglie contadine? Con delle cassette di frutta, vi aggiungevano delle rotelle e facevano delle macchinine con le quali si lanciavano per le discese. Oppure con delle scatole di scarpe o simili si costruivano delle case per le bambole perfettamente somiglianti a quelle che abitavano. Era la necessità che aguzza l’ingegno e che contemporaneamente permette di sviluppare la creatività.
Flessibilità e adattamento

Però, pensandoci su, non è forse una funzione presente negli organismi viventi per necessità adattative? Il “preadattamento” di cui ha parlato Darwin e citato nel libro “La teoria dell’evoluzione” (2006) di Telmo Pievani, Il Mulino, Bo, pag. 77. Cito testualmente: “Perché vi sia la possibilità di un cambiamento di funzione a parità di situazione dobbiamo infatti ipotizzare che in natura più organi possano assolvere una funzione (in modo che una possa essere deviata verso nuove utilizzazioni) e viceversa che un organo possa assolvere più funzioni, aggiungendone di nuove alle preesistenti”.  Dunque organi o parti di organi con capacità di funzioni abbozzate, sono lì che attendono di attivarsi appena i bisogni ambientali ne richiedono l’uso.
Le funzioni sono capacità di agire comportamenti e gli organi o parte di organi sono gli "strumenti" per realizzare.
 
Impara l’arte e mettila da parte

E non è dunque quello che accade ogni giorno? Di fronte a ogni nuovo "problema", svolgiamo dei compiti che attivano funzioni necessarie e che non pensavamo fossero nelle nostre possibilità. Se ne fossimo consapevoli potremmo anche cercare circostanze, mai considerate prima ma utili per conseguire i nostri obiettivi di sviluppo, nelle quali fossero però indispensabili quelle capacità.

Faccio un esempio: Se sei da sempre un tipo socievole, che ama la relazione e che viene consultato dai vicini di casa prima di ogni riunione di condominio, forse sei anche ben informato. Pur non avendo frequentato corsi universitari in comunicazione, potresti avere i requisiti per curare le relazioni o, perché no, entrare in politica. E allo stesso modo, in virtù delle competenze acquisite nel tempo libero, dove i problemi nascono e vengono risolti sulla spinta di curiosità personali, potrebbe essere per un appassionato di piante, calcio, cucina e molto altro.


Insomma, perché un’abilità conseguita “vivendo”, magari inseguendo un interesse, non potrebbe essere utilizzata in altri ambiti, diciamo, di maggior soddisfazione?

E se avessi dimenticato quanto imparato tanto tempo fa?
Mi piace ricordare la metafora delle autostrade spesso citata dagli studiosi di psicobiologia. Se ben ricordo, secondo loro ogni volta che si imparano nuove cose si formano dei collegamenti nuovi fra neuroni, come delle nuove strade, e se ripetiamo la stessa funzione più volte i collegamenti si irrobustiscono, diventano come delle autostrade. Se una funzione non viene più praticata, diciamo che avviene come in una città abbandonata: crescono dei rovi, le difficoltà ambientali deteriorano le parti meno solide, ma le strade principali rimangono e possono essere riattivate con un po' di "manutenzione/esercizio"
Sì, ma cosa c’entra la grafia?
Tutte quelle abilità conseguite entrano a sistema nei nostri modi di fare, nei nostri comportamenti, e li trasformano facendoli evolvere. Ed è proprio lì che lasciano delle tracce. La grafia è un comportamento - un modo assolutamente personale e dunque unico - attraverso cui ognuno esprime se stesso nell'affrontare le scelte più o meno consapevoli che impone il tracciato. Puoi farti un'idea in Grafologia per tutti
Fermati un attimo e apri il cassetto
È che a un certo punto conviene fermarsi un attimo - a volte non è proprio spontanea questa fermata - abbassarsi fino a quel cassetto vicino al pavimento, insomma tornare con i piedi per terra, e controllare cosa c’è. Capire cosa poter utilizzare per altro. Sarà una vera scoperta.
Come fare?
Ci sono diversi modi per fare un bilancio delle proprie competenze. Puoi anche iniziare a fare un elenco di ciò che ti riesce meglio adesso. È sempre una informazione utile scattare una istantanea. Ma se vuoi ripartire da te, offrirti una nuova possibilità, devi cercare quello che hai utilizzato, anche in parte, ma che hai dovuto abbandonare, proprio come quei frammenti e oggetti nel cassetto dell'immagine.
Se lo vuoi fare in un modo tutto nuovo puoi affrontare il lavoro di ricerca partendo proprio dalla tua casa e dalla tua scrittura seguendo le indicazioni del metodo Il Talento nel tratto®
Il cassetto tornerà protagonista e luogo dove custodire gli scritti delle storie di vita all’interno delle quali cercherai le tracce di capacità per assolvere a nuove funzioni, magari corroborate da una formazione mirata.

Piccola esercitazione
Potresti iniziare facendo mente locale sulle cose che ti riescono meglio adesso. Poi stabilisci una gerarchia, dalla più forte alla più debole. Lo stesso puoi farlo con le attività che proprio non sono per te. Rileggile con attenzione, metti una data, chiudi il foglio e custodiscilo in un cassetto.
Grazie