Arriva un
nuovo anno
Tante
pagine bianche da scrivere, tante nuove opportunità. Si aspetta la mezzanotte
per buttare via il vecchio e accogliere il nuovo. È il desiderio di cambiare
qualcosa, di cancellare tutto quello che non ci è piaciuto. C’è chi consulta gli
oroscopi sperando in un anno più fortunato e chi invece fa un bilancio di
quello che è stato, per non dimenticare ciò che esperienze o persone hanno
insegnato ad ognuno e all'umanità. Si immagina quello che potrebbe essere o si
desidera realizzare.
Come
possiamo regalarci qualcosa di nuovo?
Se "innovare" vuol
dire…
1 Introdurre qualcosa di nuovo: il Vecchio e il Giovane
Per il
dizionario Garzanti è mutare il sistema
introducendo qualcosa di nuovo. Nuovo è dunque qualcosa che prima non c’era.
Anche un sistema fatto di persone può mutare ed
evolvere se si introduce una nuova mente: una persona del tutto estranea e
quindi non influenzata dalle idee precedenti. Ma il talento che spesso si cerca
senza avere ben chiaro di cosa si tratti, può trovarsi sia in un senior, dotato di lunga esperienza di lavoro e
di vita, che in un giovane proveniente da altri contesti lavorativi o da altre
nazioni. E la creatività la si può cercare anche in gruppo (la pratica del brain storming ne è un esempio) a patto
che la libertà di espressione non sia condizionata dal timore del giudizio.
2 Combinare ciò che già c’è in modo
diverso: il Caleidoscopio
Cambiare l’ordine di ciò che già c’è può produrre risultati ogni volta
differenti. E in questo caso bastano anche pochi elementi per trovare combinazioni
sempre nuove. Come avviene in un
oggetto che faceva parte dei giochi
dei bambini di tanti anni fa: il caleidoscopio. Bastava un piccolo movimento per
ottenere immagini sempre diverse.
3 Guardare le cose da altre
prospettive: la Sedia polifunzionale
La
funzione degli oggetti è ormai scontata perché ogni oggetto è concepito per rispondere
a un bisogno. E invece a volte potremmo utilizzarlo per altri usi. Se pensiamo
a una sedia, per esempio, sappiamo che è stata pensata per farci sedere. Però
quando necessario ci saliamo su per prendere qualcosa in alto. Oppure ci
appoggiamo degli oggetti sopra: come dei libri sulla seduta o una giacca sulla
spalliera. I giocolieri possono farne un attrezzo del mestiere per dimostrare
la loro abilità. Oppure, nelle sue forme più raffinate, può essere un oggetto
di arredamento, di celebrazione del potere o di testimonianza storica in un
museo. E a quel punto perde la sua funzione d’uso primaria perché non ci si può
più sedere. C’è una bella differenza fra una sedia e un trono. E sono certa che
se la proponessimo ad un popolo che non ne avesse fatto mai esperienza,
probabilmente troverebbe altri modi per utilizzarla.
4 Produrre il cambiamento oppure
osservare gli esiti del caso: Evoluzione e Post it
Nella
teoria dell’evoluzione l’innovazione avveniva per la nascita di nuove richieste ambientali e
allora, i dispositivi di sopravvivenza si attivavano combinando in modo nuovo le risorse disponibili e così facendo anche gli organismi
si modificavano.
Ma a volte
nel tentativo di cercare qualcosa per rispondere ad un bisogno, si trova altro
di valore anche superiore. È sorprendente la storia del post it.
Cercando di produrre una colla, il risultato era stato un adesivo dalla debole
tenuta e che rimaneva appiccicoso. Ma appena si è presentata l’esigenza di un
adesivo simile, è stato recuperato l'esito di un "fallimento" ed ha avuto grande fortuna.
5 E i teorici della creatività cosa
dicono? Il potenziale delle Domande
… allora la
possibilità di concepire qualcosa di nuovo è alla portata di tutti. Basta
volerlo.
Secondo Edward De Bono, autore del metodo Sei cappelli per pensare (1981), è
possibile creare deliberatamente nuove idee attivando il pensiero creativo o
come lo chiama lui, il pensiero laterale. A patto che si sia disposti ad “affrontare
l’ignoto, le provocazioni, i rischi. La creatività richiede esperimenti mentali. Non è possibile
conoscere in anticipo l’esito di un esperimento. Ma occorre avere la volontà di portarlo a
termine”, magari indossando il suo cappello verde (quello della creatività). E
continua: “più si dedica del tempo alla ricerca delle alternative, più
aumentano le probabilità di trovarne” (pag.133 134).
Già Graham Wallas, nel suo “The art of
Thought” (1926), definiva le fasi del processo creativo in: preparazione,
incubazione, illuminazione, verifiche. E se sei un "sistematico" puoi seguire le sue indicazioni
I test
che H. J. Eysenck propone per
definire la creatività nel suo “Prova il
tuo Q.I. (1994), sono a “risposta aperta”. Ci sono molte, forse infinite
possibilità di risposte” quante il potenziale creativo di ognuno rende possibili.
Dunque è
possibile che le intuizioni arrivino per caso e nei momenti più
impensati, ma si possono anche cercare. Magari ponendosi le giuste domande.
6 Ti va di provare? Il mattone di Eysenck
Allora ti
propongo un esercizio proposto da Eysenck (dal testo citato in bibliografia a
Pag. 45)
“In
quanti e quali modi puoi servirti di un mattone?”
Puoi
condividere la tua risposta qui, con noi, nei commenti.
E per il tuo nuovo
anno con qualcosa di nuovo?
Scegli un “mattoncino” fra
quelli che costruiranno il tuo nuovo anno e arricchiscilo di nuove possibilità
Felice 2017
Bibliografia- Wallas G. 1931, The Art of Thought, Cape, London;
- De Bono E., 2001, Sei cappelli per pensare, Superbur psicologia per tutti (titolo originale, Six thinking hats, 1981);
- Eysenck H.J., 2000, Prova il tuo Q. I. Superbur benessere (titolo originale, Test your I.Q., 1994)
*Se vuoi continuare a leggere, ne ho scritto anche qui