giovedì 29 dicembre 2016

Qualcosa di "Nuovo"


Arriva un nuovo anno


Tante pagine bianche da scrivere, tante nuove opportunità. Si aspetta la mezzanotte per buttare via il vecchio e accogliere il nuovo. È il desiderio di cambiare qualcosa, di cancellare tutto quello che non ci è piaciuto. C’è chi consulta gli oroscopi sperando in un anno più fortunato e chi invece fa un bilancio di quello che è stato, per non dimenticare ciò che esperienze o persone hanno insegnato ad ognuno e all'umanità. Si immagina quello che potrebbe essere o si desidera realizzare.

Come possiamo regalarci qualcosa di nuovo?

Se "innovare" vuol dire…

1 Introdurre qualcosa di nuovo: il Vecchio e il Giovane

Per il dizionario Garzanti è mutare il sistema introducendo qualcosa di nuovo. Nuovo è dunque qualcosa che prima non c’era.
Anche un sistema fatto di persone può mutare ed evolvere se si introduce una nuova mente: una persona del tutto estranea e quindi non influenzata dalle idee precedenti. Ma il talento che spesso si cerca senza avere ben chiaro di cosa si tratti, può trovarsi sia in un senior, dotato di lunga esperienza di lavoro e di vita, che in un giovane proveniente da altri contesti lavorativi o da altre nazioni. E la creatività la si può cercare anche in gruppo (la pratica del brain storming ne è un esempio) a patto che la libertà di espressione non sia condizionata dal timore del giudizio.

2 Combinare ciò che già c’è in modo diverso: il Caleidoscopio

Cambiare l’ordine di ciò che già c’è può produrre risultati ogni volta differenti. E in questo caso bastano anche pochi elementi per trovare combinazioni sempre nuove. Come avviene in un oggetto che faceva parte dei giochi dei bambini di tanti anni fa: il caleidoscopio. Bastava un piccolo movimento per ottenere immagini sempre diverse.

3 Guardare le cose da altre prospettive: la Sedia polifunzionale

La funzione degli oggetti è ormai scontata perché ogni oggetto è concepito per rispondere a un bisogno. E invece a volte potremmo utilizzarlo per altri usi. Se pensiamo a una sedia, per esempio, sappiamo che è stata pensata per farci sedere. Però quando necessario ci saliamo su per prendere qualcosa in alto. Oppure ci appoggiamo degli oggetti sopra: come dei libri sulla seduta o una giacca sulla spalliera. I giocolieri possono farne un attrezzo del mestiere per dimostrare la loro abilità. Oppure, nelle sue forme più raffinate, può essere un oggetto di arredamento, di celebrazione del potere o di testimonianza storica in un museo. E a quel punto perde la sua funzione d’uso primaria perché non ci si può più sedere. C’è una bella differenza fra una sedia e un trono. E sono certa che se la proponessimo ad un popolo che non ne avesse fatto mai esperienza, probabilmente troverebbe altri modi per utilizzarla.

4 Produrre il cambiamento oppure osservare gli esiti del caso: Evoluzione e Post it

Nella teoria dell’evoluzione l’innovazione avveniva per la nascita di nuove richieste ambientali e allora, i dispositivi di sopravvivenza si attivavano combinando in modo nuovo le risorse disponibili e così facendo anche gli organismi si modificavano.
Ma a volte nel tentativo di cercare qualcosa per rispondere ad un bisogno, si trova altro di valore anche superiore. È sorprendente la storia del post it. Cercando di produrre una colla, il risultato era stato un adesivo dalla debole tenuta e che rimaneva appiccicoso. Ma appena si è presentata l’esigenza di un adesivo simile, è stato recuperato l'esito di un "fallimento" ed ha avuto grande fortuna.

5 E i teorici della creatività cosa dicono? Il potenziale delle Domande

… allora la possibilità di concepire qualcosa di nuovo è alla portata di tutti. Basta volerlo.
Secondo Edward De Bono, autore del metodo Sei cappelli per pensare (1981), è possibile creare deliberatamente nuove idee attivando il pensiero creativo o come lo chiama lui, il pensiero laterale. A patto che si sia disposti ad “affrontare l’ignoto, le provocazioni, i rischi. La creatività richiede esperimenti mentali. Non è possibile conoscere in anticipo l’esito di un esperimento.  Ma occorre avere la volontà di portarlo a termine”, magari indossando il suo cappello verde (quello della creatività). E continua: “più si dedica del tempo alla ricerca delle alternative, più aumentano le probabilità di trovarne” (pag.133 134).
Già Graham Wallas, nel suo “The art of Thought” (1926), definiva le fasi del processo creativo in: preparazione, incubazione, illuminazione, verifiche. E se sei un "sistematico" puoi seguire le sue indicazioni
I test che H. J. Eysenck propone per definire la creatività nel suo “Prova il tuo Q.I. (1994), sono a “risposta aperta”. Ci sono molte, forse infinite possibilità di risposte” quante il potenziale creativo di ognuno rende possibili.
Dunque è possibile che le intuizioni arrivino per caso e nei momenti più impensati, ma si possono anche cercare. Magari ponendosi le giuste domande.

6 Ti va di provare? Il mattone di Eysenck

Allora ti propongo un esercizio proposto da Eysenck (dal testo citato in bibliografia a Pag. 45)
“In quanti e quali modi puoi servirti di un mattone?”
Puoi condividere la tua risposta qui, con noi, nei commenti.

E per il tuo nuovo anno con qualcosa di nuovo?

Scegli un “mattoncino” fra quelli che costruiranno il tuo nuovo anno e arricchiscilo di nuove possibilità

Felice 2017
Bibliografia
  • Wallas G. 1931, The Art of Thought, Cape, London;
  • De Bono E., 2001, Sei cappelli per pensare, Superbur psicologia per tutti (titolo originale, Six thinking hats, 1981);
  • Eysenck H.J., 2000, Prova il tuo Q. I. Superbur benessere (titolo originale, Test your I.Q., 1994)
 
*Se vuoi continuare a leggere, ne ho scritto anche qui

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