Farsi un giro nel ruolo di un altro
"...e mi raccomando,
voglio una confezione “sobria”, senza orpelli. È per mio nonno.” Questa, la
richiesta del ragazzo “sobrio” mentre mi porgeva un ombrello altrettanto
“sobrio”. Con un sorriso l’ho accontentato e nel frattempo mi domandavo come
dovesse poi essere questo nonno. Quale la sua reazione, immagino composta, nel
ricevere un dono da suo nipote. O forse no. Forse era un tipo del tutto diverso
e poco conosciuto da quel ragazzo. Forse, chissà! A volte ci costruiamo delle
idee di persone e situazioni che sono molto lontane dalla realtà. Finché non
abbiamo la fortuna di farne esperienza diretta. Ed è quello che è capitato a me
un po’ di anni fa.
Era nel periodo di Natale e una catena di grandi magazzini
presente in tutta Italia aveva iniziato ad allestire in un angolo del
supermercato un banchetto con tutto l’occorrente per confezionare i regali
appena acquistati. Nella efficiente Milano, ove vivo, ognuno poteva procedere
da solo. Qualche giorno dopo sono andata a Roma per festeggiare con i miei
genitori e mi sono accorta che mancavano gli ultimi regali. In tutta fretta mi
sono recata in un grande magazzino della stessa catena, ho effettuato gli
ultimi acquisti e senza alcun dubbio mi sono diretta al tavolino delle
confezioni per incartare i regali. Ed è lì che ho ricevuto la richiesta. Sono
stata al gioco. Dopo tutto non stavo sostituendo un chirurgo in sala
operatoria! E dopo la prima, ce ne sono state altre da persone che con pazienza
aspettavano il loro turno. Nel frattempo, però, alcune commesse che stavano
poco distante, - e fra cui c’era probabilmente l’addetta alle confezioni dei
regali, che a Roma era invece prevista - iniziavano a guardarmi con sospetto.
Ho capito che la mia esperienza doveva finire lì e sempre con un sorriso mi
sono allontanata.
"...per vedere di nascosto l'effetto che fa"
Mi è servito per prendere le distanze dalla mia realtà e
potervi tornare poi arricchita. Ho potuto "vedere di nascosto l'effetto che fa", come in una nota canzone di Iannacci. Ma ho potuto osservare anche le mie reazioni di fronte a richieste nuove. È forse quello che si cerca a carnevale
indossando un abito di altri tempi. O forse è un privilegio che hanno gli
attori indossando personalità a volte tanto distanti dalla propria. Però vuol
dire poter guardare l’umanità da un’altra angolazione, proporsi in modo diverso e ricevere quindi risposte
diverse.
Così come avviene per un luogo ormai noto come quello dell'immagine di questo post. La piazza Gae Aulenti a Milano è a tutti conosciuta come la piazza dei grattacieli, ma è bastato fotografarla da un punto di vista nuovo sulla scala mobile per scoprire molto altro.
Ti è mai capitato di essere stato scambiato per qualcun
altro? Oppure, quale persona ti piacerebbe sostituire di nascosto?
Raccontacelo qui
Grazie
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